Parte quinta| La risposta|Come descrivere la direzione di movimento : “Ti sei ma chiesto chi vincerà una gara di corsa dei 200 metri ? l’atleta con la maggiore accelerazione iniziale o l’atleta che raggiunge la velocità massima più alta?”

Quindi, chi correra più velocemente sui 200 m?Sprinter|Corsa|Running|Lanza|Personal|Trainer|Crossfit |Trainer|Livello 1|Taranto

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Parte Prima:”Ti sei ma chiesto chi vincerà una gara di corsa dei 200 metri ? l’atleta con la maggiore accelerazione iniziale o l’atleta che raggiunge la velocità massima più alta?

Velocità
Accelerazione
Direzione
Ora abbiamo tutti gli strumenti necessari per rispondere a questa domanda. Un modo per capirlo è organizzare un esperimento e raccogliere i dati. Prima di tutto, impostiamo un sistema di cronometraggio per misurare il tempo necessario il tempo necessario al nostro atleta ben allenato per percorrere i 200 m.
Impostiamo anche un sistema per registrare il tempo in diverse sezioni della gara: nei primi 50 m (tempo di accelerazione), tra i 50 ed i 150 m (tempo di massima velocità) e tra i 150 e i 200 m (che chiamiamo” tempo di decelerazione”; visto che questa è la fase della gara dove gli atleti risentono degli effetti della fatica e spesso non sono capaci di mantenere la loro massima velocità di corsa). Registreremo tre prove per essere certi di avere almeno una buona prova.

Possiamo quindi vedere come può cambiare la prestazione finale se ognuna di queste distanze parziali viene percorsa un pò più velocemente o un pò più lentamente. Questa manipolazione dei dati per valutare l’impatto dell’alterazione di una sezione di una performance è chiamata modellizzazione.
I tempi registrati sono riportati nella colonna a sinistra della Tabella 1.
Ho quindi modificato ciascuna sezione della gara per vedere come questa modifica possa influenzare l’intera prestazione.

Corsa|Veloce|Bolt|Lanza|Personal|Trainer|Taranto|Crossfit|Trainer|Level 1

Tabella 1

Tempi di corsa reali(prima colonna) e “calcolati” per un velocista ben allenato. I tempi nelle quattro colonne finali sono stati calcolati ipotizzando una prestazione migliore del 3% (NdC: una riduzione del 3% nella durata di una determinata fase). I tempi sono stati calcolati solo per la fase di accelerazione (Accel.-3%), solo per la fase di massima velocità (Max. – 3%), solo per la fase di decelerazione (Decelerazione – 3%). Quando questi calcoli portano ad una modifica del tempo reale, il valore è evidenziato in grassetto. In tutte queste condizioni (rispetto ai dati della prima colonna) diminuisce il tempo totale e aumenta la velocità media; l’effetto è maggiore quando ad aumentare è la massima velocità di corsa (NdC: Max. -3%; l’effetto è ancora più evidente se si riduce, al contempo, la fase di decelerazione: Max. e Decel.-3%)

Confrontando le velocità medie e i tempi totali sui 200 m (vedi Tabella 1), possiamo constatare che migliorare del 3% la fase di massima velocità ha un effetto maggiore sulla velocità media, e di conseguenza sul tempo totale, del migliorare le altre fasi della gara. Questo è in gran parte dovuto al fatto che la fase di massima velocità copre una distanza che è lunga il doppio (100 m) delle fasi di accelerazione e decelerazione (entrambe di 50 m).

Ci si potrebbe aspettare che un corridore con un’elevata velocità massima possa avere anche una fase di decelerazione più veloce, anche se rallentasse allo stesso modo di un altro corridore (il che equivale a dire che ha la stessa decelerazione, ma a partire da una maggiore velocità). Questo concetto è riassunto nell’ultima colonna della Tabella 1 che mostra chiaramente come migliorare la massima velocità e, nel contempo, ridurre i tempi della decelerazione porti al miglior rendimento nel tempo totale di corsa.

Quindi la risposta è la seguente: il corridore che migliora di più la sua velocità media sarà quello che percorrerà più velocemente i 200 metri; questo si può ottenere più facilmente migliorando la velocità massima di corsa. Proprio per questo motivo gli sprinter moderni adottano una tecnica di corsa alla partenza che consente loro di arrivare a correre con una tecnica ottimale nella fase di massima velocità, piuttosto che optare per una tecnica che può essere più veloce alla partenza, ma che può rendere più difficile raggiungere alte velocità più avanti nel corso della gara.

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