La flessibilità e la forza assumono una grande rilevanza nella preparazione fisica e tecnica di ogni atleta, a prescindere dalla disciplina sportiva praticata.
Sia che siate un atleta professionista, sia che siate uno sportivo in generale, un ottimo programma di allenamento, effettuato secondo determinati e precisi criteri, ed affiancato al vostro programma specifico di allenamento, potrà sicuramente darvi dei grandi benefici e soddisfazioni.
La mobilità articolare, ovvero il grado di escursione dei vari segmenti corporei, la flessibilità o elasticità, ossia la capacità di un muscolo di variare velocemente la sua lunghezza senza subire lesioni, la forza e la resistenza, rappresentano l’insieme delle qualità fisiche.
Essere “sciolti” produce un senso di benessere psico-fisico, previene lesioni dell’apparato muscolo — tendineo — articolare e, soprattutto, per quegli sport in cui sono richiesti movimenti esplosivi e di forza ai gradi estremi di movimento (ginnastica artistica, aerobica competitiva, arti marziali, danza ecc), costituisce la “conditio sine qua non” per la corretta ed economica esecuzione del gesto atletico.
Durante i miei studi sulla fisiologia muscolare, durante i miei allenamenti, costituiti da un’interminabile serie di prove ed errori circa le tecniche ed i “trucchi” per aumentare la performance, sono rimasto stupefatto e nello stempo affascinato (e lo rimango tutt’ora) da alcuni concetti.
Ho notato l’intima, quasi impercettibile connessione che esiste tra il corpo e la mente, tra la materia e lo spirito. Quanta forza mentale occorre per resistere a certe posizioni statiche di forza!
Non posso non citare un frase del grande Bruce Lee:
L’allenamento non opera su un oggetto, ma sullo spirito e sulle emozioni di un essere umano. Per agire su sfere così delicate occorrono intelligenza e discernimento.
Quanta flessibilità mentale mi ci è voluta nel cambiare spessissimo le variabili, intensità — frequenza — recupero e nel variare le “sfumature” delle varie tecniche, al fine di trovare la giusta combinazione che si adattasse alle mie caratteristiche fisiologiche di forza, resistenza e flessibilità muscolare, e che rispettasse i princìpi cardine, “i segreti”, per un allenamento di flessibilità e forza veramente efficace, al fine di massimizzare le mie prestazioni.
Quanta resistenza mentale per andare avanti con gli allenamenti nei periodi di “stallo”, nei quali ogni minimo miglioramento sembra così lontano da superare la linea dell’orizzonte.
Un altro concetto che mi ha affascinato è il concetto di “grande” e “piccolo”. Non esiste una vera differenza tra il grande ed il piccolo, in quanto il piccolo è una parte del grande ed il grande è un insieme di piccoli. Un esempio pratico è il muscolo:
I muscoli, nel loro insieme, sono costituiti dalle fasce muscolari, a loro volta costituite da un “sotto sistema” (con riferimento alla grandezza) di unità contrattili: i sarcomeri.
I sarcomeri rappresentano la più piccola unità funzionale dei muscoli e, la conoscenza della loro struttura e delle loro potenzialità di contrazione ed allungamento, ci permette di applicarle a scopi sportivi come l’aumento della Flessibilità e della Forza muscolare.
Schematizzando molto semplicemente la struttura di un sarcomero muscolare si comprende come i suoi costituenti, i filamenti di actina e miosina, mediante il fenomeno dello scivolamento, permettono appunto di variare la loro lunghezza e di determinare lo stato di contrazione o di rilassamento. Questo fenomeno è soggetto sia ad un meccanismo volontario mediante l’azione “conscia” di contrarre, sia da un meccanismo “involontario o inconscio” determinato dall’azione del sistema nervoso che è il responsabile, nel caso dello sviluppo della forza, del numero di fibre coinvolte nell’azione motoria, nel caso dello sviluppo della flessibilità, del numero dei sarcomeri in serie che, rilassandosi, permettono l’estensibilità ed il grado di allungamento dell’intero muscolo (da questi concetti si comprende come “il piccolo faccia il grande ed il grande faccia il piccolo); oltre a questi fattori neuromuscolari c’è ovviamente una azione meccanica offerta dal tessuto connettivo presente intorno e dentro i muscoli.
La ricerca del proprio miglioramento fisico e di conseguenza psichico (anche se il miglioramento fisico potrebbe essere la conseguenza del miglioramento psichico) è sicuramente un’avventura entusiasmante e formativa, prendetela però come un gioco appassionante più che come una sfida, altrimenti diventerete schiavi dei vostri obiettivi.
Non fissatevi sul raggiungimento di particolari coppe o trofei, il miglior trofeo lo conquisterete quando qualcuno, tra la folla, verrà da voi a chiedervi come avete fatto a raggiungere una determinata qualità e vorrà imitarvi; quando gli avrete insegnato a costruire qualcosa partendo dai propri errori e dalle proprie imperfezioni; la maggior parte delle persone rimarrà tra le file a pensare che voi siete “geneticamente dotati” non conoscendo la fitta trama di gioie e dolori che avete accuratamente pianificato da tempo nella tela della vostra mente.
Conoscendo e mettendo in atto i Princìpi che regolano Io sviluppo della flessibilità e della forza raggiungerete la padronanza, l’Equilibrio, l’Armonia del vostro corpo.
Non trovo parole migliori di quelle espresse dal Maestro Flavio Daniele nel suo libro “Le tre vie del TAO”, per esprimere questo concetto:
La vera padronanza del corpo nasce dalla capacità di passare volontariamente dall’attività alla passività e viceversa… Il “dominio cosciente” della passività e dell’inazione, dell’attività e dell’azione, fa sì che il corpo fluisca liberamente da uno stato all’altro, come l’acqua che senza mai perdere la sua natura “fluisce” dallo stato solido a quello liquido e da questo a quello di vapore, in un movimento dinamico e continuo che si ripete all’infinito. Questa capacità di “fluire” da uno stato all’altro e il “mutamento”.
Conferisce forza, energia e potenza.
Come il fuoco (Yang) trasforma l’apparente inazione dell’acqua (Yin) nella potenza del vapore, o una turbina la trasforma in energia elettrica, così il “dominio cosciente” dell’inazione e della passivita fa nascere il duro dal morbido, la velocità dalla lentezza, la forza dal rilassamento.