I disturbi del comportamento alimentare (DCA) rappresentano una costellazione di anomalie per quanto riguarda le abitudini alimentari, il controllo del peso e la visione distorta del corpo, nello sport sono molto più frequenti di quanto si possa immaginare.
Le statistiche, nella maggior parte dei casi, indicano che questi disturbi sono molto più diffusi negli atleti rispetto ai non atleti comprendendo sia il mondo femminile siaquello maschile. I disturbi alimentari costituiscono, nei paesi occidentali e industrializzati, una vera e propria emergenza sanitaria, il corpo diventa il centro dell’universo mentale e sociale del soggetto malato, adorato e odiato, considerato mai abbastanza, mai corrispondente alle proprie aspettative o fantasie.
L’incidenza dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) è notevolmente aumentata negli ultimi anni non soltanto fra la popolazione generale ma soprattutto fra gli sportivi.
Inoltre si assiste all’insorgenza di nuove entità nosologiche come: la bigoressia o dismorfia muscolare, l’ossessione per l’aumento della massa muscolare; l’ortoressia nervosa, ricerca ossessiva di cibi sani; la triade femminile muscolare caratterizzata da disturbi alimentari, disfunzioni mestruali, osteoporosi.
In questi disturbi l’autostima dipende dalla forma fisica, giudicata non soddisfacente, dal rapporto con il cibo e l’attività fisica. La perfezione fisica diventa sempre più importante a discapito della salute ed integrità fisica. Chi pratica sport a livello agonistico risulta maggiormente a rischio di cadere nella trappola dei disturbi del comportamento alimentare. Infatti, obiettivo dell’agonismo è esprimere al meglio le proprie risorse e potenzialità concependo la vittoria come conseguenza di un’ottima prestazione e forma fisica. Una buona prestazione sportiva scaturisce da una integrazione di aspetti psicologici e fisiologici, all’atleta è richiesto di mantenere alti livelli di concentrazione e motivazione nonché di saper gestire elevati livelli di stress e fatica, con un impegno che non è unicamente di tipo fisico ma anche cognitivo ed emotivo.
Spesso si perde di vista il ruolo fondamentale delle abilità mentali, che svolgono un ruolo cruciale nel definire l’esito della prestazione, concentrando tutta l’attenzione sul corpo, la sua forma, il suo peso, le sue misure. L’attività sportiva diviene fattore predisponente per l’insorgenza dei DCA nel momento in cui va ad interagire con specifiche caratteristiche psichiche che sembrano connotare l’assetto emotivo tanto di atleti di alto livello quanto quello dei pazienti affetti da DCA.
Tratti ossessivi, perfezionismo, ambizione, scarse strategie di coping per la gestione dello stress, senso di perdita del controllo, bassa autostima sono coordinate tipiche di un disturbo alimentare ma egualmente caratteristiche che si riscontrano con una certa frequenza negli atleti che si dedicano a competizioni di alto livello e che incorrono in disordini del comportamento alimentare.
I comportamenti alimentari non salutari possono manifestarsi in varie categorie, ad esempio:
- Sport di endurance (ad esempio corse di lunga durata, ciclismo, sci di fondo);
- Sport estetici (danza, pattinaggio artistico, ginnastica artistica, nuoto sincronizzato);
- Sport con categorie dei peso (lotta, arti marziali, pugilato) con una prevalenza soprattutto di disturbi di tipo bulimico;
- Sport che ricercano un basso peso corporeo (equitazione, ciclismo);
- Sport che enfatizzano la massa muscolare (body building);
- Sport in cui l’abbigliamento per la competizione rivela la forma del corpo (nuoto, pallavolo).