Per fasi sensibili s’intendono determinati periodi dello sviluppo durante i quali vengono a crearsi condizioni particolarmente favorevoli per l’incremento di determinati fattori motorio-sportivi della prestazione.Pertanto, l’allenabilità di tali fattori risulta particolarmente elevata.
Ad esempio, l’età infantile rappresenta un periodo di elevata possibilità di sollecitazione, particolarmente per le capacità coordinative mentre, l’età giovanile e la prima età adulta presentano una progressiva allenabilità, soprattutto della capacità organico-muscolari.
E’ bene, però, evidenziare che il tema è ancora oggetto di discussione, in quanto la ricerca scientifica di settore fa rilevare continui sviluppi. In ogni caso, le fasi sensibili rappresentano un concreto elemento di riferimento nell’ambito dell’ottimizzazione del processo d’allenamento a lungo termine, anche perché definiscono con relativa precisione gli ambiti di stimolazione da attivare in corrispondenza delle diverse età biologiche.
Non considerare nel modo dovuto le fasi sensibili, vuol dire non rispettare gli individuali ritmi di sviluppo limitando, in tal modo, le possibilità di realizzare le potenzialità motorio-sportive dei soggetti in attività. Ciò vale, in modo molto evidente e rilevante nel rapporto tra età infantile e sviluppo delle capacità coordinative.
La seguente tabella (fig.1) mostra le fasi sensibili, relativamente all’attività giovanile, delle diverse capacità psicomotorie, coordinative, condizionali e articolari, nonché le variazioni dei livelli di allenabilità specifici in rapporto all’età biologica.
Figura 1. Fasi Sensibili
La tabella successiva (fig.2), invece, ci presenta una prospettiva più ampia delle fasi sensibili,comprendendo anche l’evoluzione delle abilità tecniche e tattiche fino all’età adulta.
Figura 2. Fasi sensibili delle diverse capacità motorie
Una particolare attenzione deve essere rivolta all’andamento dello sviluppo della forza, soprattutto in età giovanile, per le ripercussioni che un intervento non rispettoso della fisiologia umana può determinare. Nello specifico, va considerato che nei maschi e nelle femmine si registrano andamenti molto diversi in corrispondenza degli anni della maturazione fisica.
A tal proposito, il testosterone, l’ormone che, stimolando la funzione miogenetica, determina l’accrescimento muscolare e, indirettamente, definisce i livelli di forza esprimibili, viene prodotto nell’organismo in tempi e quantità diverse nei due sessi. Infatti, nelle femmine, il testosterone è presente in età precoce rispetto ai maschi, a causa del loro sviluppo anticipato. Se consideriamo, invece, il livello di produzione di questo ormone, si rileva che, nei maschi, va gradatamente aumentando fino a raggiungere quote 50 volte superiori a quelle delle femmine. Tali condizioni determinano nelle femmine la possibilità di esprimere variazioni dei livelli di forza prima dei maschi, mentre, questi ultimi, recuperano in poco tempo conservando, nel tempo, la capacità di espressione di forza a livelli molto più elevati.
Tali enunciati, sono stati descritti in modo chiaro da Hettinger che, nel seguente diagramma (fig.3), ha riportato gli andamenti temporali dei livelli di forza nei due sessi.
Figura 3 – Diagramma di Hettinger
Quando parliamo di carico fisico e di fasi sensibili, diventa imprescindibile parlare anche dei bioritmi (ritmi biologici dell’organismo) e, in particolare dei ritmi circadiani (bioritmi che si realizzano nell’arco delle 24 ore). E’ stato riconosciuto, infatti, che la maggior parte delle funzioni dell’uomo (semplici o complesse, fisiologiche o comportamentali) si esplicano in modalità ritmica.
Conoscere come reagisce l’organismo nell’arco delle diverse ore del giorno, ci può aiutare a definire l’ora di allenamento ottimale, il momento in cui rispondiamo meglio alle diverse tipologie di sollecitazioni connesse alla disciplina sportiva praticata.
Una ricerca statistica ha identificato la ricorrenza delle migliori prestazioni in rapporto a specifiche funzioni.
QUALITA’ FISICA |
FASE DEL GIORNO |
fermezza della mano, equilibrio |
mattina |
performance complessa |
mattina-primo pomeriggio |
forza muscolare |
tardo pomeriggio |
forza esplosiva |
tardo pomeriggio |
velocità |
tardo pomeriggio |
Figura 5 – Bioritmi e abilità motorio-sportive
Con più precisi riferimenti alle discipline sportive, è stato riscontrato un picco circadiano nel tardo pomeriggio-sera per il salto in lungo, il salto in alto e nel nuoto.
Più favorevoli le ore del mattino per gli sport che richiedono precisione e accuratezza.
E’ opportuno precisare, però, che i dati riportati sono puramente indicativi, in quanto i bioritmi sono assolutamente individuali, anche perché presentano connotazioni di ordine genetico e possibili condizionamenti ambientali.
E’ più corretto identificare persone “morning” e persone “evening” in rapporto al periodo della giornata in cui, in assoluto, fanno registrare parametri bioritmici più favorevoli.
Sicuramente, questo tema risulta di indubbio interesse e merita di essere studiato con maggiore attenzione, anche perché potrebbe contribuire a chiarire, nel quadro della complessità umana, comportamenti, risultati, reazioni psicologiche ed organiche che, spesso, restano senza risposta.