Disturbi alimentari| Bulimia|Anoressia

Per disturbi alimentari si intendono i disturbi del comportamento Anoressia|Bulimia|Disturbi alimentari|Personal Trainer Taranto|Lanza Personal Traineralimentare, conosciuti anche come disturbi alimentari psicogeni; essi comprendono tutte le problematiche di salute mentale che interessano l’alimentazione.

Nei Paesi sviluppati i disturbi alimentari rappresentano una vera e propria emergenza di salute mentale. Tra questi, la bulimia e l’anoressia sono le manifestazioni più frequenti e più note, tanto che si parla di un’epidemia diffusa ormai inquasi tutti gli strati sociali e nei vari gruppi etnici. I disturbi alimentari emergono di solito nell’adolescenza e sono più comuni in giovani donne di età compresa fra i 15 e i 25 anni.

Le cause dei disturbi alimentari sono molteplici. In particolare, nei diffusi comportamenti anoressici e bulimici si evidenziano:

  • familiarità (sono più frequenti nei parenti di una persona malata, per esempio la mamma);
  • influenza negativa di altri componenti familiari e sociali;
  • sensazione di essere sottoposti a un eccesso di pressione e di aspettativa o, all’opposto, di essere fortemente trascurati dai propri genitori, di sentirsi oggetto di derisione per la propria forma fisica, o ancora di non riuscire a raggiungere i risultati desiderati per problemi di peso ed estetici.

Per alcuni soggetti si tratta di una tendenza autodistruttiva che li porta ad alterare il proprio comportamento alimentare o ad abusare di alcol o droghe. L’anoressia e la bulimia possono dipendere anche dal fatto che l’individuo subisce situazioni traumatiche o che ha difficoltà a essere accettato socialmente e nella propria famiglia. Spesso nelle adolescenti l’anoressia trova le sue premesse nella propensione a prediligere la magrezza, su sollecitazione di un canone estetico di modello femminile che orienta in questo senso.

Danni psicofisici:
Gli effetti fisici e psicologici dei disturbi alimentari possono risultare anche molto gravi, fino a mettere a rischio la vita della persona. Dal punto di vista fisico possono svilupparsi ulcere intestinali, danni permanenti ai tessuti dell’apparato digerente, disidratazione, importanti danni al cuore, ai reni e al fegato, danni al sistema scheletrico (con aumento del rischio di osteoporosi e fratture), blocco della crescita, danni a gengive e denti, alterazioni del sistema nervoso (con difficoltà di concentrazione e memorizzazione), emorragie interne, ipotermia. In ambito psicologico si possono avere depressione, basso livello di autostima, senso di vergogna e colpa, difficoltà a instaurare e mantenere rapporti sociali e familiari, propensione al perfezionismo, sbalzi di umore, tendenza a comportamenti maniacali

Trattamento: Il trattamento dei disturbi alimentari, ovvero patologie determinate da condizioni di disagio psicologico ed emotivo, richiede di porre a soluzione sia il problema alimentare in sé, sia la sua natura psichica. Il trattamento è volto a ristabilire un equilibrato comportamento alimentare e si attua attraverso terapie mirate in grado di modificare i comportamenti e gli atteggiamenti, ma anche di gestire gli stress emotivi in modo che non causino danni alla salute.

Anoressia nervosa: L’anoressia nervosa (AN) è, insieme alla bulimia, uno dei più importanti disturbi del comportamento alimentare, detti anche Disturbi Alimentari Psicogeni (DAP). Ciò che contraddistingue l’anoressia nervosa è il rifiuto del cibo da parte della persona e la paura ossessiva di ingrassare. Nelle forme più gravi possono svilupparsi malnutrizione, inedia, amenorrea ed emaciazione. Le sue origini nosografiche sono molto antiche. Coinvolge nella sua evoluzione funzioni psicologiche, neuroendocrine, ormonali e metaboliche. I trattamenti possibili sono ancora in fase di studio, le cure farmacologiche attuali possono dare solo un modesto beneficio alla persona. L’anoressia nervosa è una malattia, e non deve essere confusa con il sintomo chiamato anoressia, la cui presenza invece è indice di un differente stato patologico dell’individuo. Si diventa anoressici quando, riducendo o interrompendo la propria consueta alimentazione, il peso corporeo scende al di sotto dell’85% del peso normale in riferimento all’età, al sesso e all’altezza. Il paziente anoressico è sempre sottopeso. Egli pur avendo appetito, si rifiuta di assumere il cibo per paura di acquistare peso o diventare grasso. La persona anoressica diviene ossessionata dal cibo, al punto che la questione alimentare diventa centrale nella sua vita. Oltre il 90% degli individui anoressici è costituita da donne e, secondo alcune stime, è affetto da anoressia dallo 0,5 al 3,7% della popolazione. Spesso la persona inizia con l’evitare i cibi ritenuti grassi e ipercalorici, ponendo un’attenzione ossessiva alla composizione dei cibi, al loro contenuto calorico e alla bilancia. Vi è un orientamento al salto del pasto, al consumo lento del cibo, al rifiuto di ammettere la gravità della condizione di sottopeso raggiunta.

La diagnosi di anoressia nervosa risulta spesso difficile nei soggetti molto giovani, perché squilibri ponderali e staturali accompagnano l’adolescenza e possono mascherare le prime fasi della malattia.
I criteri standard raccomandati dai manuali psichiatrici per una corretta diagnosi di anoressia nervosa sono:

1.una magrezza estrema (non costituzionale ma volontaria), con rifiuto di mantenere il peso al di sopra di una soglia minima ritenuta normale (anoressico è un soggetto con peso sotto l’85% di quello previsto in base all’età ed all’altezza e/o l’indice di massa corporea – BMI – inferiore a 15,5);

2.una forte paura di ingrassare anche in presenza di evidente sottopeso;

3.una preoccupazione estrema per il peso e l’aspetto fisico, che includa sia un’alterazione del vissuto corporeo, sia un’importanza eccessiva data al peso a scapito dell’autostima; o ancora il rifiuto di ammettere la gravità delle proprie condizioni fisiologiche; il non essere soddisfatti del proprio corpo (costituisce il fattore di rischio più elevato);

4.nei pazienti di sesso femminile, un’amenorrea (sospensione del ciclo mestruale) da almeno tre cicli consecutivi dopo il menarca.

Il disagio psicologico può esprimersi attraverso l’ansia o la depressione, ma in ogni caso chiama in causa legami e modelli culturali.

Bulimia Nervosa: La bulimia nervosa è, insieme all’anoressia nervosa, uno dei più importanti disturbi del comportamento alimentare, detti anche Disturbi Alimentari Psicogeni (DAP). Ciò che contraddistingue la bulimia è un problema dell’alimentazione per cui una persona ingurgita una quantità di cibo eccessiva per poi ricorrere a diversi metodi per riuscire a non metabolizzarlo e, quindi, non ingrassare (vomito autoindotto, utilizzo di lassativi, purghe, digiuni e intenso esercizio fisico).La bulimia nervosa è caratterizzato da una tendenza autolesionista, attraverso una alimentazione smodata unita ad una ricorrente ossessione di tenere sotto controllo il proprio peso. Si può manifestare in concomitanza con altre patologie psichiatriche come “disturbo bipolare”, autolesionismo, “disturbo ossessivo”, “disturbi dissociativi dell’identità”.

L’alimentazione smodata si può definire come la tendenza ad assumere grandi quantità di cibo in breve tempo. Per coloro che praticano un’alimentazione abnorme a volte qualsiasi quantità di cibo, anche mezza mela o un’insalata, viene percepita come smodata e vomitata. Le persone affette da bulimia nervosa spesso mancano di autocontrollo quando mangiano in modo esagerato. Quasi sempre assumono i pasti in segreto, trangugiando e con poca masticazione. Al termine del pasto i bulimici provano un senso di colpa e si liberano dall’eccesso di calorie.

Capire se si soffre di bulimia nervosa non è semplice e palese come nel caso dell’anoressia nervosa. Le persone colpite sono generalmente normopeso, alcune in lieve sottopeso o sovrappeso e una piccolissima parte in grave sovrappeso.

Il DSM-IV (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) ne trova le caratteristiche in: Ricorrenti abbuffate: le caratteristiche che devono essere presenti per un abbuffata sono:

1. Il consumo di una grande quantità di cibo;

2. La sensazione della perdita di controllo. (Le abbuffate, in alcuni casi, quando il disturbo dura da molto, possono anche essere programmate e si può perdere così il senso di perdita del controllo). Le abbuffate, in riferimento a questa definizione, possono essere sia oggettive che soggettive. Oggettive quando si mangia in un determinato periodo di tempo, una quantità di cibo decisamente maggiore a quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili. Soggettive quando si consumano quantità corrette di cibo reputandole eccessive ed inadatte. Causa di una percezione errata nei confronti del cibo.

Comportamenti compensatori: La seconda componente importante della bulimia nervosa sono le condotte compensatorie conseguenti alle abbuffate, quali: il vomito autoindotto (che può essere provocato anche dopo un qualsiasi cibo), l’assunzione di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci tiroidei, il digiuno ed eccessivo esercizio fisico;

Frequenza: Perché si possa diagnosticare la bulimia nervosa, le abbuffate e le condotte compensatorie devono manifestarsi almeno due volte la settimana per tre mesi. Ciò implica una dipendenza.

Preoccupazione smisurata per le forme corporee e il peso:
l’autostima viene decisamente influenzata dalle forme e dal peso corporeo, si sente l’esigenza di seguire sempre una dieta ma si ha nonostante ciò il terrore perenne di ingrassare e se questo accade si fa di tutto per dimagrire: frequentemente è proprio questo che spinge le persone che ne soffrono a cercare una cura.

Le maggiori problematiche che caratterizzano i disturbi del comportamento alimentare sono l’importanza assegnata al cibo ed al proprio peso con priorità su tutti gli altri problemi personali.

 

 

 

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