Quando si parla genericamente di velocità ci si riferisce allo spostamentodel corpo nello spazio. A proposito di questa capacità condizionale, però, è importante fare chiarezza rispetto al rapporto esistente tra velocità e rapidità che, spesso, a torto, sono utilizzati come sinonimi.
La velocità rappresenta la capacità di compiere azioni motorie nel minor tempo possibile, ed è un parametro rappresentativo della tipologia delle unità motorie e della loro modalità di attivazione (dal segnale efferente alla risposta muscolare).
La rapidità (intesa come rapidità di movimento), invece, sfrutta la massima velocità di eccitazione nervosa con un’ampiezza ottimale di movimento. E’ un parametro maggiormente indicativo dell’efficienza “temporale” del sistema neuromuscolare nella sua globalità, esprimendo, infatti, anche la velocità di risposta a uno stimolo esterno.
Gli eventi fisiologici connessi alla rapidità sono:
- la produzione di un’eccitazione del recettore;
- il passaggio dello stimolo nella rete nervosa afferente;
- la registrazione e l’elaborazione dello stimolo in entrata in corrispondenza delle aree cerebrali preposte;
- l’elaborazione della risposta o dell’azione motoria spontanea;
- il passaggio del segnale nella rete nervosa efferente, centrale e poi periferica;
- l’arrivo del segnale proveniente dal S.N.C. ai muscoli;
- la stimolazione del muscolo e la realizzazione di un’attività meccanica.La velocità risulta notevolmente influenzata da:
- fattori genetici;
- coordinazione motoria;
- estensibilità muscolare e abilità tecniche.Durante il lavoro di velocità, il meccanismo alattacido è utilizzato pienamente, ed è controproducente richiamare l’intervento del meccanismo lattacido, in quanto determinerebbe abbassamenti significativi dell’eccitazione neuro-muscolare.
La velocità fa registrare la sua fase sensibile nel periodo pre-puberale.
La classificazione della velocità .
Anche nella classificazione della velocità, ritroviamo una capacità condizionale speciale intermedia.
Si tratta della velocità resistente che si evidenzia come “ponte” tra la capacità di velocità e quella di resistenza.
Pertanto, la classificazione della velocità comprende le seguenti capacità condizionali speciali: - Velocità resistente;
- Velocità di azione;
- Accelerazione;
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Velocità massima.
La velocità resistente rappresenta la capacità di mantenere la massima velocità per più tempo possibile. Manifesta la possibilità di estendere i limiti del meccanismo alattacido o, quanto meno, di mantenerne la prevalenza per un tempo più lungo.La velocità di azione individua la capacità di eseguire un singolo movimento nel minor tempo possibile. In genere, si riferisce a movimenti che coinvolgono parti del corpo o, più spesso, un solo arto. È scarsamente allenabile poiché dipende dalla velocità di conduzione, dalla velocità di reazione e dalla percentuale di fibre bianche presenti nel muscolo. È influenzata, inoltre, da abilità e coordinazioni specifiche, in quanto è possibile che non si riesca a muovere tutti gli arti alla stessa velocità.L’accelerazione individua la capacità di raggiungere la massima velocità nel più breve tempo possibile. E’ influenzata dalle variabili neuromuscolari, dall’aumento di forza e dalla coordinazione inter e intramuscolare.La velocità massima rappresenta la capacità di eseguire uno spostamento alla massima velocità possibile.
Fattori limitanti e di sviluppo della velocità.
I fattori che condizionano lo sviluppo della velocità sono diversi e di varia natura.
Di seguito ne riportiamo: - fattori genetici;
- fattori socio-ambientali;
- motivazioni e disponibilità alla prestazione;
- sviluppo della forza e della flessibilità;
- sviluppo delle abilità coordinative e tecniche;
- fattori morfologici, biologici e neurologici.Al riguardo, Zaciorskij ha individuato i seguenti fattori:
- Il tempo della reazione motoria;
- la rapidità di ogni singolo movimento;
- l’ampiezza dei movimenti;
- la frequenza dei movimenti;
- la velocità di demolizione dei substrati energetici disponibili (ATP e CP);
- la concentrazione enzimatica.
Le fasi sensibili delle capacità condizionali
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Anche la velocità, come le altre qualità fisiche, fa rilevare un andamento condizionato dallo sviluppo complessivo dell’individuo e, principalmente, dalla sua maturazione fisiologica.
A differenza di altre qualità, però, la sua allenabilità è sensibilmente inferiore, infatti, secondo Filin gli incrementi possibili non superano il 18-20% e le possibilità concrete di intervento si possono realizzare solo in età precoce.
A tal proposito, il periodo più importante è compreso tra i 7 e i 12 anni; in seguito, potranno essere realizzati modesti progressi ma solo con elevati sforzi.
Lo sviluppo delle capacità condizionali, fa rilevare notevoli differenze legate al genere. Infatti, anche se fino all’età di 11-12 anni le variazioni riscontrabili tra maschi e femmine sono, praticamente, trascurabili. Successivamente, si registra una netta differenziazione che porta, nell’età adulta, a un dislivello di prestazioni pari a circa il 40%, tra i due sessi.
L’allenamento delle capacità condizionali evidenzia una maggiore possibilità di intervento che raggiunge il suo apice tra i 17 e i 18 anni e in alcuni fino all’età della completa maturazione dell’individuo, periodo in cui le possibilità di allenamento risultano massime.
Cronogramma delle fasi sensibili delle capacità condizionali
Quadro complessivo delle capacità condizionali . Il seguente grafico presenta le reciproche influenze che lo sviluppo delle singole capacità speciali determina, proprio a confermare che non esistono separazioni nette tra di loro. E’ fondamentale tenerne conto di queste connessioni, per poter gestire in maniera efficace ed equilibrata la programmazione didattica specifica.
Schema delle connessioni tra le capacità condizionali speciali
Le caselle in grigio, contornate con una linea scura, evidenziano le capacità che possono essere sollecitate nell’allenamento giovanile (6 –14 anni), nel rispetto delle caratteristiche organiche connesse allo sviluppo fisiologico.
Glossario
POTENZA AEROBICA: La massima potenza aerobica è equivalente alla massima quantità di ossigeno che può essere utilizzata nell’unità di tempo da un individuo, nel corso di un’attività fisica di intensità progressivamente crescente, che coinvolge grandi gruppi muscolari e che si protrae fino all’esaurimento.
POTENZA LATTACIDA: rappresenta la capacità di esprimere e mantenere alte prestazioni anche in presenza di un forte accumulo di lattato.
SOGLIA AEROBICA: corrisponde al valore massimo dell’energia, erogata attraverso l’utilizzo di ossigeno (meccanismo aerobico).
SOGLIA ANAEROBICA: corrisponde al valore della massima intensità di esercizio, in rapporto al mantenimento di un livello costante della concentrazione ematica di lattato (circa 4mmoli/litro).